giovedì 24 settembre 2015

Complice la notte, nelle foreste indonesiane si raccoglie la dolcezza.



Un cibo raro e a rischio di estinzione, un miele agrodolce che è un ingrediente fondamentale di alimenti destinati ai membri più fragili delle tribù di raccoglitori. Una risorsa che ci dà ancora un motivo per essere critici nei riguardi dei prodotti alimentari contenenti olio di palma, grasso comodo e a buon mercato per l’industria ma finora deleterio per l’ambiente (http://www.ilfattoalimentare.it/?s=olio+di+palma e http://www.theguardian.com/environment/palm-oil per le numerose sfaccettature della questione).

Dan Saladino (BBC Radio4, The Ark of Taste) ci parla del miele prodotto dalle api selvatiche giganti (Apis dorsata) e raccolto da coraggiosi cacciatori notturni perché sia cibo speciale e ingrediente di preparazioni medicinali per bambini e anziani malati e per le donne che hanno appena partorito. Sono un migliaio i cacciatori di miele che raggiungono le remote aree di raccolta nelle foreste del Borneo sudoccidentale attraversando a piedi e in barca zone di foresta incontaminata.

La raccolta si svolge di notte, quando le api sono meno aggressive. Prima di arrampicarsi su alberi giganteschi, alti fino a 90 metri e con tronchi tanto larghi da volerci anche nove persone per abbracciarli, i cacciatori acrobati cantano una preghiera: “Oh ape regina madre, lasciami raccogliere il miele dai tuoi figli perché io lo porti ai nostri figli e anziani ammalati.” Terminato questo rituale, inizia la scalata e, una volta in cima laddove le api hanno il nido, i cacciatori si agganciano con le gambe al tronco, si sporgono a testa in giù e staccano il favo con un coltello di bambù: questo è il momento più pericoloso della caccia. Non ci sono dispositivi di sicurezza e una volta all’anno un cacciatore perde la presa e cade.

Favo di Apis dorsata in India. Fotografia di Muhammad Mahdi Karim.
https://en.wikipedia.org/wiki/Apis_dorsata#/media/File:Natural_Beehive_and_Honeycombs.jpg.
https://en.wikipedia.org/wiki/GNU_Free_Documentation_License


Venticinque tonnellate sono raccolte ogni anno e, insieme ai prodotti della pesca, questo miele costituisce la principale fonte di reddito della comunità e perciò vale tutti rischi che i cacciatori scelgono di correre. La foresta fornisce cibo alla comunità umana e questa la cura e la preserva difendendola dai trafficanti illegali di legname, dagli incendi e dalle attività di estrazione mineraria. Oggi la foresta è minacciata dall’espansione delle piantagioni di palma da olio, e il miele è stato inserito nella lista dello Slow Food Ark of Taste Project (http://www.fondazioneslowfood.com/en/) con l'intento di preservare le comunità che vivono di questa risorsa così come il loro ambiente e di assicurare continuità all'antica tradizione che li lega.

Podcast ascoltabile da: http://www.bbc.co.uk/programmes/p02q60rt

mercoledì 9 settembre 2015

http://authors.elsevier.com/a/1RaDX_6yUM9SVD

Da questo link, fino all'11 di Ottobre 2015, è possibile scaricare l'articolo


Diet and herding strategies in a changing environment: stable isotope analysis of Bronze Age and Late Antique skeletal remains from Ya‘amūn, Jordan



pubblicato sul Journal of Archaeological Science e scritto da Michela Sandias e Gundula Mueldner